venerdì 26 luglio 2013

IL TIMES ATTACCA, L’ITALIA PAGÒ I TALEBANI E GLI USA SAPEVANO

Pesantissime accuse dal “newspaper” di Londra, il governo italiano smentisce

Il quotidiano inglese Times  sostiene che gli 007 italiani in Afghanistan e il governo Berlusconi avrebbero pagato i talebani per evitare attentati nelle zone di  Surobi ed  Herat, controllate dai nostri militari. Immediata la reazione di Palazzo Chigi: «Il “Governo Berlusconi” non ha mai autorizzato, né consentito alcuna forma di pagamento di somme di danaro in favore di membri dell'insorgenza di matrice talebana in Afghanistan, nè ha cognizione di simili iniziative attuate dal precedente governo».Il ministro della Difesa ha dichiarato che «le informazioni date dal Times, con parole di certezza, sono spazzatura, nessuno ha mai operato nel senso indicato da quotidiano inglese. Ho dato incarico di procedere per denunciare il Times, che si sta distinguendo per antitalianità: la notizia pubblicata non gli fa onore perché non è stata verificata».Le accuse del Times. Secondo il Times l'intelligence americana attraverso intercettazioni telefoniche scoprì che gli italiani avevano comprato i militanti nell'area di Surobi. Quando la zona passò dal controllo italiano a quello francese, ci fu un agguato anche perché i francesi credevano di operare in un'area relativamente tranquilla. Secondo un'altra fonte Nato a pagare fu l'intelligence e non l'esercito: «decine di migliaia di dollari», per evitare attacchi e vittime «che avrebbero provocato difficoltà politiche in patria». Nella nota del governo si rammenta come il lavoro dei militari italiani «è stato oggetto di apprezzamento in ambito Isaf e, in particolare, da parte del Generale Usa David McKiernan, all'epoca Comandante in capo delle Forze Nato in Afghanistan». Escluso, infine, che «l'Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma abbia, all'inizio del mese di giugno 2008, inoltrato al Governo italiano un formale reclamo da parte del suo Paese in relazione ad ipotetici pagamenti in favore dell'insorgenza talebana».Arriva il commento del Parlamento afghano. «Non è possibile. Non è vero» dice Fawzia Koofi, vice presidente della Wolesi Jirga secondo cui accuse del genere non contribuiscono a migliorare la situazione nel Paese. Alla Nato «non risulta alcuna informazione interna che parli di tangenti pagate da uno stato impegnato in Isaf ai talebani» ha commentato James Appathurai, portavoce della Nato.

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