Come abbiamo imparato, lo spread di cui si parla, misura il divario tra gli interessi a dieci anni sul debito pubblico italiano e quello tedesco. È diventato unanimemente un misuratore dello stato di salute della nostra economia, per cui la sua riduzione sarebbe un indubbio successo del governo dei tecnici. Senonché c’è un altro dato che viene sostanzialmente ignorato e che invece a me pare molto più rilevante. Alla fine del 2011 il tasso di disoccupazione in Germania era del 7,1% mentre quello italiano stava all’ 8,5%. Lo spread sulla disoccupazione stava dunque a 140 punti, se si usano gli stessi sistemi di calcolo e riferimento adottati per lo spread finanziario.
In un anno il tasso di disoccupazione italiano è salito oltre l’11%, aumentando di almeno 250 punti. Rispetto alla Germania, in cui la disoccupazione è leggermente diminuita, lo spread disoccupazionale è dunque salito di ben 280 punti! Nella sostanza la riduzione del differenziale negli interessi del debito tra Italia e Germania si è trasferita in un quasi uguale aumento della differenza tra i livelli di disoccupazione. È difficile non paragonare questi due dati così impressionanti nella loro similitudine e non concludere che la riduzione dello spread in Italia è stata pagata totalmente dai disoccupati. Il successo finanziario di Monti è dunque stato una disfatta sociale per il paese

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