mercoledì 3 luglio 2013

PENSIONI D’ORO/ Il taglio non passa: 94 senatori votano contro. Quasi tutti del Pd (Partito della Casta)

anna finocchiaro senatoIl 2 maggio il Governo è stato battuto in Senato. La posta in gioco era decisamente alta: taglio alle pensioni d’oro dei burocrati di Stato che oggi godono di stipendi milionari e che avrebbero goduto, nel caso in cui l’emendamento promosso da quattro senatori dell’Italia dei Valori non fosse passato, anche di pensioni altrettanto stellari. Ma la notizia è un’altra: ben 94 senatori hanno votato contro. E la maggior parte sono targati Pd.


Qualche tempo fa Gianni Vattimo disse: “non è un caso che il Pd non è più Pds. Non c’è più la ‘s’. In effetti lì c’è sempre meno sinistra”. Come dargli torto. Quanto accaduto il 2 maggio ne è la riprova.
In Senato, infatti, si è votato un emendamento - presentato dai senatori Idv Belisario, Lannutti, Pardi e Bugnano – con il quale si chiedeva di sopprimere il comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge del 24 marzo 2012, n. 29. Nel decreto in questione si stabilisce che le pensioni di tutti i dipendenti pubblici avranno, d’ora in poi, un termine di paragone, un parametro di riferimento: quello del primo Presidente della Corte di Cassazione. “In nessun caso - infatti - l’ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite”.
Un parametro questo però che, così come concepito dal Governo, non era valido per tutti. Si leggeva, infatti, nel dl (proprio al comma 2 dell’articolo 1) che “i soggetti che alla data del 22 dicembre 2011 abbiano maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento, non siano titolari di altri trattamenti pensionistici e risultino essere percettori di un trattamento economico imponibile ai predetti fini, superiore al limite stabilito dal presente comma”.
In pratica per gli alti funzionari nessun taglio. Ma di chi stiamo parlando? Tra gli altri, di Antonio Mastropasqua, presidente dell’Inps, che porta a casa oltre un milione di euro all’anno (benefit e privilegi vari esclusi); Attilio Befera, presidente di Equitalia (oltre 450 mila euro di compenso all’anno); il presidente dell’Agcom Corrado Calabrò (circa 475 mila euro). Il Governo Monti dunque – quello stesso Governo che a dicembre scorso parlava di “equità” - voleva preservare i loro stipendi.
Ora questo comma è stato soppresso in Senato grazie ad un emendamento presentato dall’Italia dei Valori. E votato – strano ma vero – anche dalla Lega Nord e dalla stragrande maggioranza dei senatori Pdl. A votare contro una norma che in periodo di crisi e di forte pressione fiscale sui cittadini sarebbe quanto mai ovvia, è stato invece il Pd insieme agli ormai sempre più “alleati” del Terzo Polo. Novantaquattro senatori in tutto. Ben 69 del Partito Democratico (solo sette hanno votato a favore).
E i nomi sono quelli che contano. Anna Finocchiaro (capogruppo Pd al Senato). Mauro Agostini (tesoriere del partito). E poi gran parte del gotha del Pd: Teresa Armato, Antonello Cabras, Vincenzo De Luca, Enzo Bianco, Vittoria Franco, Marco Follini, Pietro Ichino, Ignazio Marino, Franco Marini, Mauro Maria Marino, Franco Monaco, Achille Passoni, Carlo Pegorer, Roberta Pinotti, Giorgio Tonini, Luigi Zanda. Tutti membri del direttivo nazionale del partito.
L’alibi dei democratici? “Ce l’aveva chiesto il Governo”, ha detto sommessa la Finocchiaro. Verrebbe da chiedersi cosa farebbe il Pd se l’equo Monti gli chiedesse di gettarsi da un ponte …
I nomi dei 94 mangiapane a tradimento che hanno votato contro i tagli alle pensioni d’oro!  17 sono del PDL e 2 o 3 del terzo polo. *** TUTTI GLI ALTRI SONO DEL PD *** 1) Adamo Marilena (Pd) 2) Adragna Benedetto (Pd) 3) Agostini Mauro (Pd) 4) Armato Teresa (Pd) 5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto) 6) Baio Emanuela (Api) 7) Barbolini Giuliano (Pd) 8 ) Bassoli Fiorenza (Pd) 9) Bastico Mariangela (Pd) 10) Enzo Bianco (Pd) 11) Biondelli Franca (Pd) 12) Blazina Tamara (Pd) 13) Filippo Bubbico (Pd) 14) Antonello Cabras (Pd) 15) Anna Maria Carloni (Pd) 16) Maurizio Castro (Pdl) 17) Stefano Ceccanti (Pd) 18) Mario Ceruti (Pd) 19) Franca Chiaromonte (Pd) 20) Carlo Chiurazzi (Pd) 21) Lionello Cosentino (Pd) 22) Cesare Cursi (Pdl) 23) Mauro Cutrufo (Pdl) 24) Cristina De Luca (Terzo Polo) 25) Vincenzo De Luca (Pd) 26) Luigi De Sena (Pd) 27) Mauro Del Vecchio (Pd) 28) Silvia Della Monica (Pd) 29) Roberto Della Seta (Pd) 30) Ulisse Di Giacomo (Pdl) 31) Di Giovan Paolo Roberto (Pd) 32) Cecilia Donaggio (Pd) 33) Lucio D’Ubaldo (Pd) 34) Marco Filippi (Pd) 35) Anna Finocchiaro (Pd) 36) Anna Rita Fioroni (Pd) 37) Marco Follini (Pd) 38) Vittoria Franco (Pd) 39) Vincenzo Galioto (Pdl) 40) Guido Galperti (Pd) 41) Maria Pia Garavaglia (Pd) 42) Costantino Garraffa (Pd) 43) Maurizio Gasparri (Pdl) 44) Antonio Gentile (Pdl) 45) Rita Ghedini (Pd) 46) Giai Mirella (Gruppo Misto) 47) Basilio Giordano (Pdl) 48) Claudio Gustavino (Terzo Polo) 49) Pietro Ichino (Pd) 50) Cosimo Latronico (Pdl) 51) Giovanni Legnini (Pd) 52) Massimo Livi Bacci (Pd) 53) Andrea Marcucci (Pd) 54) Francesca Maria Marinaro (Pd) 55) Franco Marini (Pd) 56) Ignazio Marino (Pd) 57) Marino Mauro Maria (Pd) 58) Salvatore Mazzaracchio (Pdl) 59) Vidmer Mercatali (Pd) 60) Riccardo Milana (Terzo Polo) 61) Francesco Monaco (Pd) 62) Enrico M0rando (Pd) 63) Fabrizio Morri (Pd) 64) Achille Passoni (Pd) 65) Carlo Pegorer (Pd) 66) Flavio Pertoldi (Pd) 67) Lorenzo Piccioni (Pdl) 68) Leana Pignedoli (Pd) 69) Roberta Pinotti (Pd) 70) Beppe Pisanu (Pdl) 71) Donatella Poretti (Pd) 72) Raffaele Ranucci (Pd) 73) Giorgio Roilo (Pd) 74) Nicola Rossi (Pd) 75) Antonio Rusconi (Pd) 76) Gian Carlo Sangalli (Pd) 77) Francesco Sanna (Pd) 78) Giacomo Santini (Pdl) 79) Giuseppe Saro (Pdl) 80) Anna Maria Serafini (Pd) 81) Achille Serra (Terzo Polo) 82) Emilio Silvio Sircana (Pd) 83) Albertina Soliani (Pd) 84) Marco Stradiotto (Pd) 85) Antonino Strano (Pdl) 86) Salvatore Tomaselli (Pd) 87) Giorgio Tonini (Pd) 88) Achille Totaro (Pdl) 89) Tiziano Treu (Pd) 90) Simona Vicari (Pdl) 91) Luigi Vimercati (Pd) 92) Vincenzo Vita (Pd) 93) Walter Vitali (Pd) 94) Luigi Zanda (Pd)

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