venerdì 2 agosto 2013

Girotto (M5S): "Efficienza energetica e rinnovabili creano posti di lavoro"


Signora Presidente, il 3 luglio scorso avevamo votato il presente decreto con una serie di contenuti che non soddisfacevano noi del Movimento 5 Stelle e soprattutto la società civile italiana, intesa in questo caso come il mondo degli imprenditori, industriali e artigianali, i sindacati, il mondo finanziario ed i consumatori.
Tutte queste categorie, infatti, ci chiedevano (e attendono tuttora) una stabilizzazione della normativa legislativa in merito ad un sistema di detraibilità fiscale per gli interventi di efficientamento energetico e consolidamento antisismico.
Dovrebbe essere una considerazione banale e scontata che imprese e cittadini hanno bisogno di un quadro normativo stabile e di lungo periodo per poter programmare, da un lato, le proprie produzioni e i propri servizi e, dall’altro, i propri acquisti di tali prodotti e servizi. Ma questa considerazione banale sembra essere un’eccezione nel nostro Paese, in generale e in questa situazione specifica in particolare, dal momento che sinora si è provveduto più e più volte a prorogare una misura incentivante di brevissimo periodo, creando quindi nella società civile italiana un atteggiamento di diffidenza, incertezza e sfiducia nelle istituzioni: sentimenti che, di fatto, si traducono in un disincentivo ad investire a lungo termine creando così un vero sviluppo economico.
Preso quindi molto tristemente atto che la maggioranza del Senato non aveva saputo recepire correttamente tali istanze, che pure avevamo udito in prima persona in sede di audizione presso la 10a Commissione (la Commissione competente), proviamo ora una certa soddisfazione nel recepire quanto elaborato dai nostri colleghi della Camera dei deputati. La Camera infatti, anche grazie a una determinante azione del Movimento 5 Stelle, ha provveduto a fare un passo avanti. È un passo avanti potenzialmente e decisamente importante, in quanto si enuncia di voler rendere strutturale un regime di incentivazione fiscale e di volerlo fare entro la fine di quest’anno. Noi del Movimento 5 Stelle, che in questo ultimo mese abbiamo incontrato giornalmente le parti sociali interessate, vigileremo attentamente affinché questo si traduca in realtà. Lasciate però che io mi dolga fortemente del fatto che, nel corso degli incontri che abbiamo svolto come Movimento 5 Stelle con le suddette parti sociali (industriali, artigiani, sindacati, banche, consumatori), abbiamo ricevuto numerose e costanti lamentele e proteste da parte di queste, che hanno affermato di essere troppo poco ascoltate dalla politica: ripeto, troppo poco ascoltate. Infatti le parti sociali ci hanno ribadito che solo durante la campagna elettorale i soggetti politici cercano una comunicazione e l’appoggio delle parti sociali, salvo poi diminuire drasticamente la quantità e la qualità dei rapporti con le stesse nel corso della legislatura.

Ebbene, noi del Movimento 5 Stelle stiamo e vogliamo continuare a procedere in maniera diversa, e continueremo a rapportarci quotidianamente con le imprese, i consumatori, il mondo bancario e i sindacati, per definire assieme la migliore politica per una ripresa economica e sociale. Vigileremo pertanto affinché le promesse vengano correttamente mantenute e proveremo a colmare le lacune dal momento che il presente decreto ne ha almeno due piuttosto importanti: la prima è che non vi è una disposizione chiara che concretizza un supporto bancario predefinito per coloro che volessero utilizzare questo strumento di detrazione fiscale.

Mi sembra persino superfluo ricordare che nessuna idea è buona se non vi sono le risorse finanziarie per procedere. In questo momento molti cittadini sono in gravi difficoltà con le spese correnti; figuriamoci come possono affrontare spese straordinarie di una certa entità senza un adeguato supporto finanziario. È quindi necessario che la politica si accordi con il sistema bancario per approntare una convenzione che permetta in maniera il più possibile semplice ed automatica di accedere ad un prestito a tassi agevolati per privati che vogliano realizzare un intervento di efficientamento energetico o antisismico. Questo infatti conviene a tutti: alle banche, perché sicuramente avranno la loro parte di guadagno, come è giusto; al privato, perché potrà rifarsi con i risparmi che l’intervento di efficientamento gli procurerà nel tempo; all’intero sistema economico, perché si sviluppa produzione, commercio e servizi relativi.
In questo ambito di ragionamento auspichiamo anche che il mondo bancario sappia cogliere le enormi opportunità che gli derivano dalla presenza di tutte quelle agenzie ed imprese che si occupano di progettare e realizzare progetti di efficientamento energetico senza esborso diretto da parte del cliente, dal momento che vengono ripagate da risparmio realizzato in bolletta. Anche in questo caso il Movimento 5 Stelle si è già mosso facendo partire un fattivo e costante dialogo con il mondo bancario, e continuerà a farlo controllandolo e coinvolgendolo nel dialogo con le tutte le altri parti sociali coinvolte.
La seconda lacuna è l’eccessiva diluizione nel tempo del periodo di recupero dell’investimento effettuato, cioè in pratica il fatto che sono necessari dieci anni per recuperare, con il meccanismo del credito d’imposta sulla propria dichiarazione dei redditi, l’importo dell’agevolazione concessa. Anche in questo caso il recentissimo confronto con le parti sociali ci ha confermato quella che dovrebbe essere una considerazione scontata e ovvia, e cioè che molti cittadini e aziende preferiscono accordarsi su uno sconto immediato e sul fatto che il lavoro sia in nero (ripeto, in nero: non nascondiamoci dietro una foglia di fico, per favore), con i conseguenti danni per il sistema economico e fiscale collettivo, piuttosto che dover aspettare un periodo di tempo così lungo – troppo lungo – per recuperare l’investimento. Pure in questo caso, quindi, il Movimento 5 Stelle si impegnerà per modificare la situazione; ci auguriamo che gli altri soggetti politici ci aiutino nel momento in cui si discuterà sul modo in cui rendere strutturale tale incentivo e dare facoltà a chi ha effettuato l’investimento di recuperarlo fiscalmente con i tempi a lui più consoni.

Questo decreto è dunque un piccolo passo avanti e può diventare un discreto passo avanti se le promesse di stabilizzazione verranno mantenute; tuttavia, esso non è sufficiente per svincolarci dalla schiavitù energetica cui siamo, nostro malgrado, sottoposti. Infatti, siamo tuttora alla mercé delle fonti fossili – petrolio, gas, carbone – e pertanto auspichiamo che vi sia da subito un cambiamento di politica rispetto alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
A chi ancora si ostina a sostenere l’argomento del costo eccessivo delle fonti rinnovabili, fornisco un solo dato per tagliare la testa al toro: la Germania – sulla cui serietà mi sembra non si possa discutere – ha calcolato in 40 miliardi di euro all’anno il costo delle esternalità ambientali e sanitarie dovute alla produzione di energia elettrica mediante fonti fossili. Ogni anno la Germania paga 40 miliardi di euro all’anno sotto forma di fiscalità generale e quindi non direttamente all’interno della bolletta elettrica; ciò, però, chiarisce inequivocabilmente come le fonti fossili siano antieconomiche. Pertanto, il nostro non è un atteggiamento di estremismo ambientale, ma al contrario è un mero conto economico. (Applausi dal Gruppo M5S).
L’oligopolio energetico significa, inoltre, avere pochi produttori e relativamente poca manodopera impiegata; viceversa la produzione distribuita e diffusa in migliaia di piccoli impianti comporta uno sviluppo tecnologico ed uno sviluppo del relativo indotto con ordini di grandezza del personale potenzialmente impiegato decine di volte superiori. Anche in questo caso, pertanto, parliamo di creazione di lavoro e non facciamo discorsi da talebani ambientali.
In Italia abbiamo un enorme e drammatico problema di mancanza di lavoro. L’efficienza energetica e le fonti rinnovabili rappresentano una grande opportunità per creare molte migliaia di nuovi posti di lavoro: Confindustria, CGIL, CISL e UIL hanno calcolato in 1,6 milioni i posti di lavoro che possiamo creare fino al 2020.
Il Movimento 5 Stelle, quindi, continuerà ad impegnarsi e a coinvolgere tutte le associazioni di imprenditori che – come ho già evidenziato – sono unanimi nell’approvare questa vision per il nostro futuro.

Annuncio, pertanto, a nome del Gruppo M5S, pur con le riserve testé espresse, il voto favorevole al provvedimento in esame. (Applausi dal Gruppo M5S).


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