sabato 10 agosto 2013

Italia: l’8% delle famiglie sono sovraindebitate e rischiano il fallimento

Oltre l’8% delle famiglie italiane presenta almeno uno tra i tipici sintomi da sovra-indebitamento rintracciati da uno studio condotto da economisti della Banca d’Italia: il peso dei pagamenti sul reddito, la discesa sotto la soglia di povertà, il fardello per il rimborso di prestiti non garantiti, gli arretrati e il numero totale di indebitamenti aperti allo stesso momento. Un set di cinque campanelli di allarme e almeno uno suona per l’8,2% dei nuclei, ma solo per lo 0,6% delle famiglie la febbre può dirsi alta, con tre sintomi da debito eccessivo che si presentano simultaneamente.
FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ. E la stessa percentuale si ritrova nell’ultimo Rapporto di via Nazionale sulla stabilità finanziaria, quando si parla delle famiglie che effettivamente non riescono più a rispettare gli impegni di debito. Lo scopo dell’occasional paper è l’esame critico delle principali misure di sovra-indebitamento, i loro legami con gli indicatori di povertà, il tutto applicato al caso italiano, prendendo a riferimento l’indagine 2010 della Banca d’Italia.
LE AREE DI STRESS. Per individuare le aree di stress i due economisti, Giovanni D’Alessio e Stefano Iezzi, si sono rifatti alle seguenti situazioni limite: quando la spesa mensile per ripagare il totale dei prestiti copre più del 30% del reddito lordo mensile; i casi in cui allo stato di povertà si associa quello di indebitamento o le uscite per il rimborso del prestito complessivo conducono al di sotto della soglia di povertà; quando oltre il 25% delle entrate mensili lorde viene destinato a ripagare debiti non garantiti; qualora gli arretrati di somme dovute superino i tre mesi; nella situazione in cui sono stati accumulati oltre quattro prestiti.
TROPPI DEBITI. Ora se oltre l’8% delle famiglie annovera almeno uno dei segnali di indebitamento, la quota scende al 2% considerando solo quelle che ricadono almeno in due dei campi individuati; mentre solo lo 0,6% risulta sovra-indebitata secondo tre delle aree di rischio. Una percentuale che coincide con quella contenuta nel rapporto sulla stabilità finanziaria, uscito a novembre, nel quale si legge come «le famiglie che non riescono più ad adempiere in maniera definitiva le obbligazioni connesse con il proprio debito e che presentano un perdurante squilibrio fra debiti e patrimonio liquidabile» siano lo 0,6% del totale.
PIÙ USCITE CHE ENTRATE. Insomma, tornando al paper, emerge una limitata sovrapposizione tra i ‘sintomi’ del sovra-indebitamento. Inoltre chi presenta livelli eccessivi di somme da restituire spesso non esprime un giudizio soggettivo di disagio economico. Analizzando nel dettaglio le aree critiche, il 3,1% dei nuclei spende più del 30% delle sue entrate per ripagare i debiti, il 6,2% associa allo stato di povertà quello di indebitamento, mentre il 29,8% dichiara di incontrare «difficoltà» o «grande difficoltà» ad arrivare a fine mese.

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