venerdì 9 agosto 2013

Orellana (M5S) : “Afghanistan: il Governo non ancora fornito data chiara ritiro forze armate”

Il Governo italiano, che inizialmente aveva annunciato il ritiro del nostro esercito dall’Afghanistan per il 2014, sembra averci ripensato. Il Presidente afghano Karzai ha infatti dichiarato a Marzo che l’Italia rimarrà presente nel Paese anche dopo il 2014. La missione ISAF, a guida NATO, si trasformerà infatti in Resolute Support, che prevede missioni di addestramento e supporto delle forze di sicurezza afghane, con il coinvolgimento anche dell’Italia.

Resolute Support conterà circa 15.000 uomini delle forze armate di vari Paesi fra cui il nostro. L’Afghanistan ha iniziato una serie di negoziati bilaterali al riguardo, presumibilmente anche con l’Italia, infatti l’ex Ministro della Difesa Di Paola ha già incontrato il Presidente Karzai il 9 Marzo scorso, senza che ad oggi il Governo Monti prima e Letta adesso si siano peritati di informare adeguatamente il Parlamento.
Nonostante l’annunciato ritiro nel 2014, sembra allora che l’Italia rimarrà in Afghanistan ancora per molti anni.

Il Senatore M5S Orellana ha quindi depositato un’interrogazione con risposta scritta al Ministro degli Esteri Bonino e al Ministro della Difesa sulla vicenda, e a tal proposito dichiara: “E’ deplorevole che il Parlamento venga a sapere del coinvolgimento italiano in Afghanistan post 2014 non dal Governo ma dalla stampa e dal Presidente dell’Afghanistan stesso. 
Se sono in corso trattative con le autorità afghane e con quelle dei nostri alleati, il Governo ha il dovere e la responsabilità di riferire in Aula: gli italiani hanno il diritto di sapere quale sia la posizione del nostro Paese in questa vicenda. I cittadini italiani si sono sempre fermamente opposti alle guerre in Iraq e in Afghanistan, perché amano e rispettano la nostra Costituzione che ripudia la guerra, e non devono essere tenuti all’oscuro di eventuali negoziati. Anche i nostri soldati che rischiano ogni giorno la vita in Afghanistan meritano rispetto e hanno il diritto di sapere se, quando e come potranno tornare dalle loro famiglie e dai loro cari”.

Di seguito il testo dell’interrogazione:
Interrogazione a risposta scritta
ORELLANA – Ai Ministri della Difesa e degli Affari Esteri – premesso che:
attualmente l’Italia partecipa, con un numero considerevole di uomini e mezzi, alla missione ISAF (International Security Assistance Force), a guida Nato, costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU 1386/2001, poi prorogata ed estesa dalla risoluzione ONU 1510/2003, entrambe richiamate dalla risoluzione 2069/2012;
il Consiglio dell’Unione europea – con l’azione comune 2007/369/PESC del 30 maggio 2007, prorogata dalla decisione 2010/279/PESC del Consiglio del 18 maggio 2010 e modificata dalla decisione 2012/391/PESC del Consiglio del 16 luglio 2012 – ha istituito una missione PESD denominata European Police Afghanistan (EUPOL Afghanistan) alla quale l’Italia partecipa con il compito di favorire lo sviluppo di una struttura di sicurezza afgana sostenibile ed efficace, in conformità agli standard internazionali;

l’attuale agenda politica per l’Afghanistan stabilisce il ritiro, previsto per la fine del 2014, delle forze della coalizione internazionale ed il passaggio alle forze nazionali delle responsabilità della sicurezza secondo la tempistica stabilita al vertice di Lisbona (novembre 2010) e confermata in tutte le assise e i vertici internazionali e bilaterali;

Il 9 Marzo 2013 un comunicato stampa del Presidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, Hamid Karzai, recita: “Il Presidente Hamid Karzai ha incontrato Giampaolo Di Paola, Ministro della Difesa italiano, per discutere temi di comune interesse. Durante l’incontro tenutosi sabato nel Palazzo Presidenziale, le due parti hanno discusso di vari argomenti fra cui il processo di transizione, l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze di sicurezza afghane, la presenza post 2014 in Afghanistan della comunità internazionale e in particolare dell’Italia, e di questioni regionali. Definendo l’Italia “amica di lunga data” dell’Afghanistan, il Presidente ha ringraziato per l’assistenza italiana e per il supporto fornito negli ultimi anni. Karzai ha detto che la presenza di forze internazionali in Afghanistan dopo il 2014 verrà negoziata sulla base di accordi bilaterali fra l’Afghanistan e i Paesi richiedenti una presenza militare sul territorio, tenendo in considerazione l’opinione e gli interessi del nostro popolo. Il Ministro della Difesa italiano ha quindi assicurato al Presidente la cooperazione sul lungo periodo del suo Paese, affermando che l’Italia rimarrà dalla parte dell’Afghanistan anche dopo il 2014”. Lo stesso giorno, anche il Ministero della Difesa ha rilasciato un comunicato relativo all’incontro, senza specificarne i contenuti o gli esiti; il comunicato recita succintamente: “Nel prosieguo della visita, il Ministro si è recato a Kabul dove ha incontrato il Presidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, Hamid Karzai”;
Il 4 marzo scorso il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha assicurato a Kabul che l’Alleanza sosterrà l’Afghanistan dopo il ritiro del 2014 promettendo addestramento, assistenza e forniture militari. Una missione che potrebbe coinvolgere almeno 15 mila militari alleati a partire dal 2015. Il Pentagono prevede di lasciare in Afghanistan 8/10 mila militari, Londra un migliaio mentre Berlino ha valutato di schierare tra i 600 e gli 800 militari nel Nord afghano dove ora sono presenti 4 mila soldati del contingente tedesco. Nei mesi scorsi anche Roma si è impegnata “a non lasciare solo l’Afghanistan”, come disse l’allora premier Mario Monti, ma sulla prossima missione afghana non sono state fornite informazioni;

Considerato che:

Le recenti polemiche e scambi di accuse fra l’Amministrazione afghana e quella USA mettono in dubbio la non ingerenza delle forze militari straniere, e dei rispettivi Paesi, nelle vicende interne afghane relativamente all’autodeterminazione del suo popolo, sancita e tutelata dai Trattati e Patti internazionali sopra citati;
Nella missione internazionale in Afghanistan hanno perso la vita oltre 70.000 civili afghani e numerosi soldati delle forze occupanti, compresi militari italiani;

l’Italia ad oggi sembra non aver ancora un piano preciso per quanto concerne i tempi e le modalità del ritiro del nostro contingente distaccato in Afghanistan ed il Governo, seppur più volte sollecitato – si veda la mozione 1-00022 presentata dal Gruppo Parlamentare del Senato del Movimento 5 Stelle il 16 aprile – non ha mai dato specifiche indicazioni in merito;
Fonti USA annunciano il programma “Resolute Support” che prevede missioni di addestramento e supporto delle forze di sicurezza afghane, con il coinvolgimento anche dell’Italia, anche dopo il ritiro delle ufficiale delle forze ISAF;
Il 25 Luglio scorso il Ministro in indirizzo ha ribadito al Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen l’impegno dell’Italia anche dopo il 2014 a sostegno della sicurezza dell’Afghanistan entro un quadro di coesione con gli Alleati, chiedendo di adoperarsi per promuovere un ampio coinvolgimento di Paesi membri e partners NATO;
secondo quanto riportato dalla testata giornalistica Il Fatto Quotidiano – in un articolo del 28 Luglio, intitolato “Afghanistan, altro che ritiro. L’Italia si prepara per restare fino al 2017 negli ambienti militari” – si dà per scontato che con il deteriorarsi della situazione conseguente alla riduzione delle truppe Nato e vista la pessima condizione reale dell’esercito locale, i militari afgani avranno bisogno di molto più del semplice addestramento;

Le truppe italiane schierate sul fronte ovest (di cui manterranno il comando dalla base di Herat) assisteranno le truppe afgane in azione e all’occorrenza interverranno direttamente con una forza di reazione rapida e con supporto aereo;
A protezione dei nostri addestratori e consiglieri militari rimarrà necessariamente una componente di forze speciali italiane in grado d’intervenire in caso di emergenza;
Per sapere:
Se quanto riportato dal summenzionato articolo corrisponda al vero e quali siano, alla data odierna, gli intendimenti ufficiali del nostro Governo – in riferimento alle modalità ed ai tempi di ritiro dei contingenti militari – con gli Stati Uniti d’America, il Segretario Generale della NATO e l’Unione Europea.
Se il Governo ritenga prioritario riferire in Parlamento circa la posizione dell’Italia rispetto al programma Resolute Support;
Se il Governo italiano sia coinvolto nei negoziati fra USA, talebani e Amministrazione afghana, o se le trattative siano demandate in esclusiva all’Amministrazione USA;

Per quale motivo il Governo non abbia informato il Parlamento circa i contenuti dell’incontro fra l’ex Ministro Di Paola e il Presidente Karzai tenutosi il 9 Marzo 2013, di cui lo stesso Presidente Karzai ha diffuso gli esiti tramite comunicazione ufficiale;
Quali siano stati i contenuti dell’incontro sopra ricordato, e quali trattative siano in corso fra il Governo italiano e quello afghano circa la permanenza di forze di sicurezza italiane in Afghanista, all’interno del quadro di accordi bilaterali annunciato dal Presidente Karzhai.
Se il Governa non ritenga sia opportuno coinvolgere il Parlamento nella definizione delle linee guida circa la nostra presenza, nonché il nostro prossimo disimpegno, nel fronte afghano;
Se il Governo ritenga urgente e prioritario, in attuazione dell’articolo 11 della Costituzione, ritirare al più presto le nostre forze armate dall’Afghanistan.

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