venerdì 2 agosto 2013

Ciampolillo (M5S): "ILVA, state giocando con la vita dei tarantini"


llustre Presidente, illustri colleghi, rappresentanti del Governo, onorevoli cittadini, la questione dell’Ilva di Taranto costituisce l’emblema di ciò che è stato il ruolo dello Stato, anche negli ultimi vent’anni, nella politica industriale del nostro Paese e, segnatamente, del Mezzogiorno d’Italia.
La città di Taranto è stata per anni illusa dai nostri Governi di poter proseguire, in rinnovate forme privatistiche, un cammino di sviluppo economico solido e duraturo e si trova oggi invece a dover scegliere tra la salute dei propri bambini e la necessità di salvaguardare i livelli occupazionali minimi di un’area peraltro già fortemente provata da una difficile crisi economica e sociale.

Orbene, le misure proposte dal Governo – peraltro imposte dalla complessità delle iniziative giudiziarie in corso – sono un’ulteriore pagina di una visione politica precaria e provvisoria, inidonea a ridisegnare un serio progetto di sviluppo e di rilancio del territorio interessato. Trova inequivocabile conferma l’aridità politica di questo Governo.

Occorre invece iniziare a immaginare concretamente un futuro nuovo per l’intera area tarantina che, pur nel rispetto dei bisogni del mondo del lavoro, sappia incentrare il proprio impegno sulle risorse vere del territorio, come il mare, la cultura e il turismo.

In questa prospettiva serve una visione politica coraggiosa e nuova. Il reddito di cittadinanza, che ieri in quest’Aula è stato respinto con pareri e voti contrari del Governo e dal PD con e senza “L”, può rappresentare lo strumento innovativo idoneo ad assicurare maggiore serenità nell’affrontare una problematica in cui troppo spesso, sull’altare degli interessi della grande industria e di qualche politicante da strapazzo, si sono sacrificati i diritti fondamentali delle persone, fra cui primariamente la salute, specie quella dei bambini.

L’invito, in altri termini, rivolto a tutte le forze politiche, di destra e di sinistra, è di non continuare ad affrontare il problema dell’Ilva di Taranto con la logica di chi ricerca un contingente consenso elettorale o, peggio, la benevolenza di qualche gruppo industriale. Sul punto è sufficiente ricordare le vergognose affermazioni di Bondi sull’inquinamento a Taranto per comprendere come, anche in questa ipotesi evidentemente, le categorie dell’avere continuino a suscitare un fascino spesso irresistibile, ovvero gli slogan elettorali dell’attuale Presidente della Regione Puglia, aspirante poeta, che recitavano: “Cambia l’aria tarantina con la legge antidiossina”. (Richiami del Presidente). Ho concluso.
Oggi più che mai, specie alla luce dei recentissimi dati sui gravissimi danni alla salute che hanno colpito in questi anni la cittadinanza dell’area tarantina interessata, la politica deve assumersi le proprie responsabilità e, in primis, quella di avere coraggio nel tracciare nuovi orizzonti di sviluppo economico e sociale, anche quando ciò possa comportare nell’immediato scelte impopolari.
Anche per queste ragioni il presente decreto non costituisce e non può costituire la risposta giusta ai bisogni dei cittadini. (Applausi dal Gruppo M5S).

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