lunedì 19 agosto 2013

Lo scandalo delle bollette. Chi consuma più energia elettrica la paga di meno

In Italia più consumi energia elettrica, meno la paghi: le piccole aziende e le famiglie vengono dolorosamente bastonate dalle bollette, le grandi imprese sono premiate.
Emerge da uno studio di Confcommercio presentato pochi giorni fa ed è – il vocabolo non sembri eccessivo – uno scandalo, dal momento che tutti i politici lodano (a parole) il risparmio energetico e affermano di voler promuovere pratiche ed investimenti in grado di far diminuire il consumo di energia.
Queste dichiarazioni saranno una presa per il naso finchè non cambierà l’andazzo attuale, in base al quale mille grandi consumatori – le grandi imprese – usano quasi un quarto dell’energia elettrica prelevata dalla rete per scopri produttivi ma contribuiscono solo per il 4,4% gettito fiscale legato all’energia elettrica.
Il resto è sulle spalle dei piccoli e piccolissimi consumatori, famiglie o imprese che siano.
Il rapporto redatto da REF Ricerche per Confcommercio si intitola “I costi dell’energia elettrica e del gas naturale per le imprese del commercio e dei servizi di alloggio e ristorazione”. Naturalmente è lungo e articolato. Estraggo uno dei passi salienti.
l’attuale schema di imposizione fiscale sui consumi di energia elettrica, in vigore dallo scorso 1° giugno 2012, prevede l’applicazione di un imposta erariale secondo il seguente schema:
• le imprese che consumano fino a 200 mila kWh/mese pagano 1,25 centesimi di euro/kWh sull’intero montante di consumo;
• le imprese che consumano fino a 1,2 milioni di kWh/mese, pagano l’aliquota ordinaria di 1,25 centesimi di euro/kWh sui primi 200 mila kWh/mese e l’aliquota ridotta a 0.75 centesimi di euro/kWh per volumi che eccedono tale soglia;
• le imprese che consumano oltre 1,2 milioni di kWh/mese, infine, sono tenute a corrispondere 1.25 centesimi di euro/kWh solo sui primi 200 mila kWh/mese ed una somma fissa al mese di 4820 euro
non si può neanche dire che gli “sconti” vengano concessi per trattenere sul territorio nazionale le imprese in cui si svolgono produzioni “ad alta intensità energetica”, che necessitano cioè di grandi quantità di energia per unità di prodotto.
Le agevolazioni, nota il rapporto, valgono per tutte le grandi imprese che consumano molta energia, a prescindere dal tipo di attività che esse effettuano. E’ comunque prevista una riforma che leghi gli “sconti” alle sole produzioni energivore. E’ prevista. Campa cavallo.

Nessun commento:

Posta un commento