venerdì 9 agosto 2013

Morra (M5S): “Sulla legge elettorale la coerenza dei partiti si trova con il lanternino”

Signor Presidente, mentre aspettiamo che, in sede di esame dell’ordinanza di rimessione degli atti depositata dalla Corte di cassazione il 17 maggio 2013, la Corte costituzionale si pronunci rapidamente su due questioni di legittimità costituzionale relative all’attuale sistema elettorale, dobbiamo ribadire alcuni concetti, e cioè che la libertà del voto è stata sempre intesa come divieto di indebiti condizionamenti esterni che incidano sulla determinazione dell’elettore e anche quale necessità di offrire a questi la scelta fra più liste concorrenti e non bloccate.
Abbiamo già chiesto, con un’interrogazione scritta, se il Governo intenda costituirsi parte nel giudizio presso la Corte costituzionale e, in caso affermativo, se intenda difendere la legittimità costituzionale della normativa sottoposta all’esame della Corte e se intenda sollecitare la più rapida fissazione dell’udienza di trattazione.
A nostro avviso, in quest’Aula ben pochi hanno intenzione di cambiare la legge elettorale. Qualche settimana fa, infatti, ci si diceva che la legge elettorale poteva essere oggetto di attenzione da parte dell’Aula parlamentare solo dopo avere messo mano alle riforme costituzionali; bisognava prima cambiare forma di governo e forma di Stato per poi elaborare una legge elettorale coerente con la nuova architettura dello Stato stesso. Adesso, a distanza di pochi giorni, ci fa piacere notare come in tanti convergano verso un obiettivo che ancora 15 giorni fa era sollecitato da ben pochi. Ma qua la coerenza è sempre qualcosa che bisogna trovare con il lanternino.
Noi siamo dell’avviso (per quanto magari alcuni di noi studino filosofia) che si debba perseguire l’obiettivo di varare una legge magari non la migliore possibile, ma almeno che non sia la peggiore possibile. A furia di stare con voi, infatti, abbiamo imparato che al peggio non c’è mai limite.
Entro ora nel merito di alcune considerazioni che ho elaborato anche e soprattutto ascoltando molte riflessioni che, a dire il vero, mi sono piaciute, salvo poi ricordare a me stesso (ancora non ho il morbo di Alzheimer e ho memoria) che proprio chi le produce poi nei fatti adotta comportamenti del tutto dissonanti, per non dire schizofrenici. In molti hanno ragionato sulla libertà dell’elettore: è fondamentale, infatti, in un sistema democratico restituire all’elettore capacità di scelta, ma se la lista è bloccata e non si possono esprimere preferenze, tale capacità di scelta non esiste e questo è il vulnus, il vizio che è stato addebitato al porcellum del quale il senatore Calderoli ha indicato chi nel passato – e non soltanto lui – ha condiviso la responsabilità.

Quando la libertà dell’elettore è negata da una legge elettorale pensata per ingessare la democrazia e per far sopravvivere la partitocrazia, che cosa si ottiene, non secondo il Movimento 5 Stelle, non secondo Nicola Morra, bensì secondo gli studiosi della politica, cioè i politologi? Come risultato ovvio e naturale si ottiene astensionismo, allontanamento del cittadino dalla politica. Questo è un risultato che noi, gradualmente, stiamo sempre più percependo, e mi pare che alle ultime elezioni amministrative (e anche su questo vorrei dire qualcosa al collega Marcucci) noi abbiamo, in più casi, ottenuto una percentuale di partecipazione al voto inferiore alla metà degli aventi diritto. Se questa è democrazia, è certamente agli antipodi del nostro modello di democrazia.
Questa legge elettorale molti dicono che non l’hanno effettivamente voluta, ma molte battaglie si portano avanti combattendo e non semplicemente dicendo di non volere quello che, effettivamente, non si contrasta (esiste l’omissione di ufficio, l’omissione politica e così via); tutte queste pratiche hanno prodotto una deresponsabilizzazione del cittadino italiano nei confronti dei suoi doveri, ma anche, secondo me, nei confronti dei suoi diritti. I nostri cittadini hanno oggi ben scarsa consapevolezza, purtroppo, di ciò che spetta loro e di ciò che è loro diritto (oltre a ciò che dovrebbe essere loro dovere) perché, inseguendo il mito del leader (che – e cito il senatore Nencini – proviene da una tradizione di partito), ha scaricato sul leader le responsabilità che invece devono essere di tutti. Ora, noi non vogliamo leader, non vogliamo capi, perché, a nostro avviso, in una democrazia siamo tutti leader di noi stessi. (Commenti e applausi ironici dal Gruppo PD. Commenti del senatore Giovanardi).
Il senatore Giovanardi mi sollecita alla memoria un principio che tutti quanti noi sposiamo a parole: one man, one vote. Siete voi che avete prodotto, in tante occasioni, e soprattutto in questa, una legge elettorale che non permette la manifestazione di tale principio al singolo cittadino. (Commenti del senatore Giovanardi). Collega Giovanardi, quando io la ascolto non la interrompo. Magari mentalmente posso farmi delle opinioni su quanto ella dice, ma io normalmente non interrompo.

Ora, perché una democrazia sia effettivamente tale, deve essere fondata su un patrimonio di conoscenza che deve essere condiviso. Questo patrimonio di conoscenza lo si può ottenere e costruire quando si lavora su istruzione e cultura, quando non si permette, ad esempio, il conflitto di interessi, su cui non so da quanti decenni noi attendiamo ancora una normativa. È infatti inutile fare la legge elettorale, se poi continua ad esserci un sistema dell’informazione che fa sì che solo alcuni possano farsi sentire e possano raggiungere le libere, in teoria, intelligenze dei singoli, condizionandole.
Noi dovremmo ricordarci che la formazione della determinazione, e quindi dell’autodeterminazione del singolo, avviene in funzione della conoscenza. Ma se i materiali su cui si costruisce tutto ciò sono filtrati, sono vagliati e sono selezionati, noi avremo semplicemente una pseudodemocrazia, noi avremo una oclocrazia, ma certamente non avremmo politìa o democrazia.
Mi avvio alla conclusione spiegando perché non ci piace neanche la legge attualmente in vigore per eleggere sindaci e amministratori locali. Io provengo da un territorio (e sono sempre legato alla logica della coerenza), in cui mi ritrovo, nel mio capoluogo di provincia, eletto in Consiglio comunale un consigliere che, eletto nell’UDC, vota e sostiene una maggioranza di centrodestra, mentre, eletto nel Consiglio provinciale in una lista di supporto del Partito Democratico (esattamente Democratici per la Provincia), vota tranquillamente per una maggioranza di centrosinistra. Siamo arrivati al paradosso per cui sullo stesso atto, quando è chiamata la Provincia a decidere insieme al Comune, lo stesso signore vota con la mano destra quando si trova in Consiglio comunale e con la mano sinistra quando si trova in Consiglio provinciale.
Questa è la democrazia che noi rifiutiamo. Questa è la democrazia quantitativa per cui si cerca il consenso a prescindere. Noi reputiamo che il consenso debba essere libero. Ma se deve essere tale, deve essere anche informato.
I partiti che ci hanno condotto a questo risultato sono arroccati a difendere queste posizioni. Pochi minuti fa ho parlato con un collega che mi ha detto che non c’è espressamente la volontà poi nei fatti di concordare per un progetto che sia condiviso di razionalità e buonsenso. Noi come Movimento questo chiediamo. Chiediamo razionalità, buon senso e giustizia. I cittadini ci chiedono questo. Voi invece avete semplicemente atrofizzato un sistema, permettendo un vulnus che era già incardinato nella nostra Costituzione, quello per cui il partito è tirato fuori dalla possibilità di controllo da parte della legge. Voi avete avallato e legittimato, negli anni, la partitocrazia. Queste sono tesi – torno a ripetere – vecchie come il cucco.

Il Paese è in declino. Il Paese – non voglio dire che è in coma – sta vivendo anni bruttissimi perché noi non riusciamo, perché voi non volete cambiare il sistema. Noi siamo qua a rappresentare quella speranza che i cittadini italiani, quelli consapevoli e che sono stati anche capaci di… (Il microfono si disattiva automaticamente). Tutti quanti noi: io so che anche in altri mondi chiedono una legge elettorale; solo che poi le richieste avanzano, ma queste Aule non le accettano mai. (Applausi dal Gruppo M5S).
GUARDA IL VIDEO DELL'INTERVENTO QUI--->http://www.youtube.com/watch?v=Qq4KuxmfHjY

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